La ciambella Romagnola: l’unica senza il buco; e non è un difetto!
Il “ciambellone”, per essere tale, deve avere la forma di una pagnotta allungata.
É forse una delle massime espressioni di cucina tradizionale nostrana.
Quando è in cottura, Il suo profumo è inconfondibile e sa di casa.
Nasce da ingredienti semplici.
In origine cucinata dalle Azdore (le donne di casa) durante il periodo Pasquale per accompagnare le colazioni a base di uova sode e salame.
Ancora oggi le mattine di Pasqua la ciambella non può mancare.
Il nostro amore per questo dolce casalingo è talmente radicato che in ogni occasione e ricorrenza, è sempre presente in grandi quantità.
La versione base prevede un impasto di uova, farina, latte, zucchero e burro.
Sopra, granelli di zucchero o una spolverata di zucchero semolato.
Esistono poi varianti arricchite: con un po’ di scorza di limone, oppure un goccio di cognac (mia nonna lo faceva così) o qualche acino di uva passa.
I più golosi invece preferiscono aggiungere un cuore di crema di nocciole. Come dar loro torto?
La chiamiamo Zambéla, la mangiamo in ogni momento.
A colazione inzuppata nel latte, a merenda “in purezza” come direbbero gli esperti o accompagnata da una tazza di thè, ma la fine migliore della ciambella romagnola, come ci insegnano i nostri nonni è solo una: a fine pasto “tociata” in un buon bicchiere di Albana dolce o di Cagnina.
E tu, hai mai preparato la ciambella romagnola?
Ti invitiamo a cucinarla e ad invadere la casa di un profumo che mette allegria.
Qui trovi la ricetta.
Se ti stuzzica, prova ad aggiungerci un tocco personale.
Facci sapere com’è venuta!